Viviamo in un’epoca in cui l’idea di potenza è aborrita, identificata al male e alla violenza. Potenza e dominio costituiscono il cuore del mondo di ieri, contro il quale le istanze radicali del nostro tempo lottano per far valere una cultura anarchica delle differenze secondo la logica del rovesciamento, per cui solo «capovolgendo le forme della vecchia società» (Nietzsche) l’umanità sarà finalmente capace di muovere dei passi concreti verso una Terra senza il male. Al centro di questo sovvertimento sta l’Europa, come portatrice del valore universale del logos, esso stesso nient’altro che la forma originaria del dominio.
Ma agli occhi di un pensiero inattuale, qual è quello di Nietzsche e Guardini, negare la potenza significa disseccare le sorgenti stesse della vita. Di più: è un progetto impossibile. Occorre invece liberare il potere trasfigurante insito nella vita stessa, seguendo la logica di opposizione polare che la pervade, fino alle sue estreme possibilità. «Europa» è appunto il nome di questo tentativo.
Carlo Chiurco (Trieste, 1971) è professore associato di filosofia morale all’Università di Verona, dove dirige le attività del Centro “EThoS” relative ai temi bioetici. È autore di numerosi studi sull’ultimo Nietzsche, di etica del riconoscimento, di filosofia della persona negli ambiti della bioetica.