Con un taglio non solo storico-artistico, ma rivolto anche all’editoria e all’antropologia, il volume affronta il variegato tema delle esposizioni d’arte e cultura straniera a Firenze nella prima metà del Novecento. La città del giglio, scelta come luogo di studio e di residenza da molti forestieri, vide fiorire singole e collettive mostre di una generazione di artisti, come il belga Henry De Groux e il tedesco Karl Hofer, che con le loro opere riflettono la ricezione dei nuovi linguaggi d’avanguardia nei primi decenni del XX secolo. Sono stati scelti alcuni punti di osservazione privilegiati, quali la produzione a stampa esposta al padiglione della Polonia nella Prima Fiera Internazionale del Libro del 1922 e gli studi antropologici svolti nelle colonie italiane e resi noti con la Mostra dell’Etiopia italiana del 1936, fortemente voluta dal regime fascista. Si prosegue poi con un affondo su due mostre d’ampio respiro dedicate all’arte francese a Palazzo Pitti nel 1945 e a quella fiamminga e olandese a Palazzo Strozzi nel 1947 che permettono di misurare la rivalutazione storico-artistica di queste grandi scuole pittoriche e far conoscere, per la prima volta, la presenza cospicua in Italia di opere di questi maestri nelle collezioni pubbliche e private.
Il volume si chiude con la mostra romana de Gli antichi pittori spagnoli del 1930 su cui divampò una violenta polemica che indusse Alessandro Contini Bonacossi e Roberto Longhi, promotori dell’impresa, a riparare a Firenze.
Cristiano Giometti è professore associato di Storia dell’Arte Moderna all’Università degli studi di Firenze.
È specialista di scultura barocca, cui ha dedicato studi monografici, della diffusione in Italia e in Europa del linguaggio artistico romano del Seicento e di storia delle esposizioni nella prima metà del Novecento.
Romina Origlia si è laureata in Storia dell’Arte Moderna presso l’Università degli studi di Torino e poi si è diplomata alla Scuola di Specializzazione in Beni Storico-Artistici a Firenze. Attualmente è dottoranda presso l’Università di Genova. Dal 2014 al 2020 ha collaborato ai progetti sull’Età e la Cultura del Barocco della Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura a Torino.