Edizione italiana a cura di Davide Monaco
Dopo la bancarotta della filosofia contemporanea e la crisi politica della civiltà occidentale, Leo Strauss ritorna al pensiero premoderno di Maimonide non per scopi puramente eruditi, bensì per trovare una guida capace di presentare e affrontare la questione fondamentale oscurata dalla modernità: il confronto tra Atene e Gerusalemme. Senza abbandonare la guida della razionalità, ma con la consapevolezza dei suoi limiti, il Maimonide di Strauss insegna a pensare la tensione costante e irresolubile tra ragione e fede, mantenendo viva la consapevolezza della loro differenza, senza annullarla in illusorie o frettolose conciliazioni. Come insegnano le pagine della Guida dei perplessi – l’opera più importante di Maimonide, che Strauss analizza attentamente in tutta la sua carriera filosofica, dagli anni Venti agli anni Settanta del Novecento, e a cui dedica il presente testo, frutto di due conferenze tenute a Chicago nel 1960 – non si può essere filosofi e teologi al contempo, né trascendere il conflitto o conseguirne una sintesi, ma si può essere filosofi aperti alla sfida della teologia, oppure teologi aperti alla sfida della filosofia.
Leo Strauss (1899-1973) è stato uno dei maggiori filosofi politici del Novecento. Autore di opere su Platone e Senofonte, Maimonide e Machiavelli, Hobbes e Spinoza, nelle sue ricerche ha costruito un originale intreccio tra storia della filosofia e filosofia politica centrato sulla critica della modernità, alla luce di alcune questioni chiave per il pensiero filosofico: la riscoperta della scrittura reticente, il confronto con la filosofia greca classica e l’analisi del rapporto tra Atene e Gerusalemme.