Sin dalla più antica e autentica tradizione della Chiesa la struttura dell’essere umano è definita in modo tripartito nell’articolazione di corpo, anima e spirito.
È, questa, la tricotomia paolina, che si affermò sin dai primordi del Cristianesimo e continuò a vivere nei discorsi, nei pensieri e negli scritti dei Padri della Chiesa. Dopo il IV secolo – per effetto delle elaborazioni dottrinarie di Agostino d’Ippona – si giunse alla scomparsa dello Spirito quale elemento costitutivo della natura umana. Nei secoli successivi, le decisioni dei Concili di Costantinopoli IV e di Vienne influenzarono il dibattito sull’anima umana da parte degli scrittori cattolici, tanto che la Psicologia del Rosmini fu messa all’Indice. L’argomento riveste fondamentale importanza se pensato in relazione alle problematiche attualissime della Bioetica. Quanto incide la definizione dogmatica sulla dottrina dell’anima nel dibattito contemporaneo circa l’essenza della natura umana?
Raffaele Ciambrone insegna Pedagogia generale e sociale, Storia dell’Educazione e della Scuola e Didattica generale presso l’Università di Pisa. Dirige il corso di specializzazione per il sostegno didattico ed è condirettore della rivista “La Scuola e l’Uomo-Ricerca”. Dal 2012 al 2022 è stato rappresentante italiano nella European Agency for Special Needs and Inclusive Education. Ha approfondito la Filosofia dell’Educazione in S. Tommaso d’Aquino ed ha insegnato Antropologia filosofica in Atenei pontifici. È autore di diverse monografie, tra cui Immaginazione e apprendimento (Anicia 2014).