Il tema della vulnerabilità accresce la sua importanza nel corso del Novecento e assume oggi un ruolo centrale sia nel dibattito filosofico che in quello pubblico. Se l’origine etimologica, dal latino vulnerabilis, «che può essere ferito», rimanda direttamente alla sfera corporea, il suo senso ha oggi subito un notevole ampliamento, interessando anche lo spazio psicologico, sociale e esistenziale, e rivelando il carattere intrinsecamente relazionale di questa nozione. Il presente fascicolo di «Teoria» vuole indagare questo concetto chiave del pensiero contemporaneo, da un punto di vista etico, concentrandosi sul suo ruolo nella definizione e nella promozione di nuove modalità di agire individuale e comunitario nei confronti degli altri esseri umani e del nostro ambiente.
The theme of vulnerability increased in importance throughout the Twentieth century and now takes on a central role in both philosophical and public debate. The etymological origin, from the Latin vulnerabilis, «who can be wounded», refers directly to the realm of the body. However, its meaning today has expanded, also involving the psychological, social and existential space, and has shown its essentially relational meaning. The present issue of «Teoria» aims to investigate this key-concept for the contemporary thought from an ethical point of view, focusing in particular on the role it plays in defining and promoting new forms of individual and collective action towards other human beings and our environment.
Scritti di Silvia Dadà, Lazare Benaroyo, Pierfrancesco Biasetti, Carla Danani, Manca Erzetič, Roberto Franzini Tibaldeo, Rita Fulco, Frnacesca Marin, Sara Pautasso, Silvia Pierosara, Maria Teresa Russo, Caterina Maurer.