Uno scritto pubblicato postumo, in cui Rousseau si interroga su quale stadio della storia umana abbia dato origine a una lingua sviluppata, cantata, ricca di accenti, inflessioni e ritmo. Tramite questo saggio si ha la possibilità di riflettere anche sul legame esclusivo che la lingua intrattiene con la dimensione musicale. Soprattutto, la nascita della lingua umana, proprio come la sua maturazione, è connessa all’ampliarsi del contesto sociale di riferimento. Il saggio ci restituisce una visione corale della lingua, che diviene pratica condivisa e di rottura storica nello sviluppo delle società.
La traduzione è a cura di Paola Bora; sono suoi anche l’introduzione al testo e un saggio dedicato ai concetti di dispersion e barbarie. Riproponiamo questo lavoro, da tempo non più disponibile in commercio, nell’occasione del decimo anniversario della prematura scomparsa di Paola Bora.
Paola Bora (Ancona 1953-Pisa 2015) ha studiato alla Scuola Normale Superiore, dove è stata ricercatrice, e all’Università di Pisa, dove ha insegnato Antropologia filosofica. Si è interessata soprattutto ai rapporti tra filosofia, antropologia e storia, in particolare nel XVIII secolo. È stata presidente della Casa della Donna di Pisa e si è occupata di questioni di genere.