Autore tra i più discussi della letteratura italiana del Novecento, Curzio Malaparte (1898-1957) è un letterato di fama mondiale tradotto in tutte le lingue. Pochi scrittori possono vantare l’intelligenza, la sottigliezza surreale, le atmosfere magiche, la perizia, l’eleganza dello stile, la tecnica formale, la complessità, la matrice classica, l’ironia, la preparazione storica e letteraria di un Malaparte, paragonato a Chateaubriand, Proust, Malraux, ad Hemingway, Steinbeck, a Drieu La Rochelle ed altri. Testimone (scomodo al regime) in prima persona di due guerre mondiali e di un’epoca, tra gli anni Venti e Cinquanta, tutta da riscrivere, l’imponente sua opera (spesso sequestrata o messa all’indice dalla Chiesa) viene qui ricostruita per liberarla dalle ormai individuate confusioni interpretative (che nulla hanno a che vedere con l’arte). Tra le illeggibili superficialità nostrane e i ritardi culturali, Malaparte è stato uno dei più acuti interpreti della malattia e della nevrosi di questo vecchio continente (che definiva “marcio”) e la sua sincerità letteraria, l’ideale di libertà, il sogno umanitario, la visione cristiana, l’insofferenza al potere (le rivoluzioni trasformate in dittature e le dittature fatte passare per rivoluzioni), il coraggio di parlare, il senso analitico della realtà, sono stati svisati dalla critica che ha emarginato il suo nome, deformato il senso dei contenuti e manipolato le vicende esistenziali. Non è con l’omertà culturale e le etichette politiche che restituiremo quel “capitolo a sé della nostra recente letteratura” di cui parlava Montale, dove Malaparte a fatica era riuscito ad inserirsi “con caratteri tutti suoi”. L.M.
Luigi Martellini vive nelle Marche (Fermo). Allievo all’Università di Urbino di C. Bo, C. Varese e M. Petrucciani con quest’ultimo ha discusso una tesi in Letteratura italiana moderna e contemporanea su D’Annunzio pubblicata col titolo Il mare, il mito (Ateneo 1975, poi ampliata Carabba 2005). Docente nella stessa Università e poi professore di letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università della Tuscia ha scritto: Invito alla lettura di Malaparte (Mursia 1977), Matacotta (La Nuova Italia 1981, poi ampliato Carabba 2007), la Poesia delle Marche (Forum 1982) e più volte di Pasolini (Cappelli 1979, Le Monnier 1983), fino a Introduzione a Pasolini (Laterza 1989) e al Ritratto di Pasolini (Laterza 2006, tradotto in spagnolo dall’Università di Valencia 2010). I contributi su Malaparte in particolare sono elencati nella Nota dell’Autore nella bibliografia finale del presente libro. Per Carocci ha curato un commento alla Coscienza di Zeno di Svevo (2010), per la E.S.I. il volume Il sogno, la scrittura su Cardarelli (2003) e per Sette Città Identità di una terra antica su Tecchi (2010). Studi su Petrarca, Monti, Leopardi, Ungaretti, Pavese… sono in Atti di convegni e nei libri di saggi: Modelli, strutture, simboli (Bulzoni 1986); in Nel labirinto delle scritture (Salerno 1996); in Novecento segreto (Studium 2001) e in Altri labirinti (Sette Città 2015). Ha collaborato alla Letteratura Italiana Contemporanea (Lucarini), a Novecento (Marzorati), a Progetto Letteratura (Einaudi Scuola) e alla terza pagina de “L’Osservatore Romano”. Scrive su riviste straniere (Parigi, Vienna, Tolosa, Madrid), sulla “Rassegna della letteratura italiana” e “Otto/Novecento”. Per la poesia, accolta con favore dalla critica, si veda il link: ht tps://bombacar ta.com/wp-content / uploads/2022/01/LiV-n.-49-MARTELLINI.pdf